Progetto Mani, Convegno finale: breve bilancio

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Io con la Presidente dei Giovani Imprenditori FVG Elisabetta Parise durante il convegno

 

E’ stata una giornata ricca di emozioni, il 18 marzo 2014. Ho partecipato, come vi avevo già detto, al Convegno Finale del Progetto Mani, al Museo Etnografico del Friuli, organizzato da Confartigianato Udine.
Oltre ad aver presentato il mio progetto su Daffodil Bijoux ad un pubblico attento e curioso, ci sono state numerose (ben 6) interviste inaspettate!

Tutto ha avuto inizio senza alcun preavviso, prima del mio intervento, con un giornalista di Radio Spazio 103 che mi ha intervistato in friulano su quello che faccio.

Subito dopo è stata la volta di un altro giornalista, di cui però non so nè il nome nè l’emittente a cui faceva riferimento, che era molto interessato a Daffodil Bijoux, tanto che ha anche fatto un primo piano degli orecchini che indossavo, i miei Wave.

In seguito la brava giornalista di Telefriuli, Isabella Gregoratto, mi ha intervistata e un estratto di quell’intervista è andato in onda nel Telegiornale del 18/03/2014 ore 19. Il filmato è stato visionabile online sul loro sito per tutto il giorno, spero di trovare presto un link permanente per potervelo mostrare.

Poi mi hanno brevemente fatto delle domande i giornalisti di TelePordenone e di Udinese Channel.

Per finire, TGR Rai Tre mi ha fatto dire in un minuto ciò di cui tratta il mio lavoro. Potete vedere online il video del telegiornale del 18/03/2014 ore 14 (dal minuto 9.00).

E’ stata una giornata impegnativa, soprattutto per me che non avevo mai parlato in tv e che non amo molto le luci della ribalta, ma è stata un’esperienza importante, ricca di gioia, sconvolgente e totalmente una sorpresa!

Ringrazio tutti coloro che mi hanno offerto il loro sostegno, i complimenti numerosi che ho ricevuto da tante persone che non conosco o che ho conosciuto quel giorno e naturalmente Rachele, Giulia e tutto lo staff del Progetto Mani.

Sono felice che ora più persone conoscano Daffodil Bijoux, spero di aver trasmesso a tutti voi la passione per quello che faccio.

Angela

Progetto MANI: atto conclusivo

Io correlatore? Ebbene sì!

Gli organizzatori del Progetto Mani hanno scelto anche me per parlare, assieme ad un’altra giovane imprenditrice (Alessandra Martin), della mia idea imprenditoriale sviluppata all’interno di questo progetto a cui partecipo dall’anno scorso.

Siete quindi tutti invitati al Convegno Finale del Progetto Mani, martedì 18 marzo alle ore 11, a Udine, Palazzo Giacomelli (via Grazzano), per ascoltare la mia e altre testimonianze, per scoprire giovani con tanta voglia di fare e un progetto che ha offerto supporto e consulenza alle nostre idee.

Perchè in Italia c’è ancora chi ha voglia di investire sulle proprie passioni, di reinventarsi e di vivere di ciò che ama fare.

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Angela

Conosci il crowdfunding?

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Alcuni di voi ne avranno già sentito parlare, per altri sarà una novità o una cosa da chiarire: parlo del crowdfunding.

In poche parole esistono delle piattaforme dedicate alla pubblicazione del proprio progetto da parte di chiunque voglia farlo, al fine di ottenere un finanziamento per realizzarlo. Non da banche o istituti, ma da tutti coloro che navigano su Internet, vedono un progetto che gli piace e vorrebbero fare qualcosa per aiutare la persona che lo ha ideato a realizzarlo davvero. Per far questo, possono donare del denaro in tutta sicurezza e aiutare la diffusione del progetto condividendolo con amici e conoscenti, specialmente online.

In cambio della donazione, nel caso di Eppela, si ottiene un premio, detto anche “reward”, di varia importanza, a seconda del livello della donazione in denaro effettuata. Attenzione però: questi premi si possono avere solamente in quanto sostenitori del progetto finanziato, sono quindi unici ed esclusivi. Si trova un pò di tutto, dai ringraziamenti pubblici a creazioni personalizzate o realizzate in esclusiva per il progetto, partecipazioni a eventi in prima fila, invio di schizzi e bozzetti preparatori e tanto altro.

Eppela è quindi una di queste fantastiche piattaforme, pensata in particolare per artisti, scrittori, videomaker, designer e geek che vogliono dare il via a una nuova realtà imprenditoriale oppure lanciare nuovi prodotti o capsule collection.

Ma perchè donare con il crowdfunding?

A prima vista può sembrare strano, ma questo nuovo modo di pensare è il futuro dell’economia. Funziona già in moltissime parti del mondo e molti giovani hanno potuto esprimere se stessi e le proprie idee solo grazie al “finanziamento dal basso”.
In un’epoca in cui le banche non prestano soldi, lo Stato non lascia spazio di crescita, le opportunità lavorative scarseggiano e la vita per chi desidera proporre qualcosa di nuovo è sempre più dura, trovo questa soluzione innovativa, non solo nei modi, ma anche nel pensiero che sta alla base. Credere in un progetto, per qualunque motivo lo si faccia, significa offrire un’opportunità a chi vuole realizzarlo di farlo, investendo anche pochissimi euro per aiutare la nascita di un futuro diverso. Co-creare significa dare, ma anche ricevere. Significa appartenere a una community in cui il mio aiuto agli altri ritornerà a me prima con le reward, ma poi con la rete stessa, assicurandomi aiuto quando ne avrò bisogno. Perchè sostenere la creatività è sempre positivo, soprattutto se permette a nuove aziende di non fuggire all’estero, spesso contro la loro stessa volontà. Siamo un Paese ricco di cultura, amante del bello e dell’innovazione, e per questo è fondamentale, secondo me, trovare nuovi modi per diffondere nel mondo ciò che sappiamo fare meglio.

Inoltre, partecipare a un crowdfunding significa anche dare visibilità al proprio marchio o alla propria idea, essere pubblicizzati su giornali, blog e social networks. Una opportunità unica, direi.
L’unico problema è arrivare al traguardo prefissato, per poter ottenere il finanziamento: infatti se non si raggiunge l’obiettivo non viene prelevato il denaro ai donatori, che quindi non corrono il rischio di investire in qualcosa che poi non si realizzerà. Per poter raggiungere il limite prefissato è necessario perciò diffondere la voce il più possibile ed invitare tutte le persone che si conoscono che potrebbero essere interessate al progetto a partecipare, in modo da poter ricevere la propria reward al momento della conclusione della raccolta fondi.

La soddisfazione nell’aiutare un piccolo artigiano o un designer ad emergere è davvero grandissima.
Inoltre, con questo metodo, la meritocrazia è assicurata SUL SERIO! Per una volta in Italia la strada giusta e pulita può vincere su tutte le “furberie” che si vedono attorno a noi ogni giorno: in questo modo possiamo dimostrare che le cose possono cambiare.

Che cosa ne pensate? Vi piace questo sistema?
Quali ricompense vorreste ricevere?
La più simpatica a mio avviso è la creazione di qualcosa di unico dedicato all’evento oppure addirittura qualcosa fatto su misura per il singolo donatore. Fa sentire davvero speciali ricevere una reward del genere, e trasmette tutta la riconoscenza dell’ideatore del progetto.
Fatemi sapere cosa ne pensate!

Angela