
La pietra per i nati nel mese di settembre è: lo zaffiro.
La storia
Il termine “zaffiro” iniziò ad essere utilizzato nel Medioevo: prima di allora infatti, la parola (il cui significato deriva dal termine greco per indicare il colore blu) veniva utilizzata per riferirsi al lapislazulo, una pietra anch’essa di colore blu.
I greci utilizzavano lo zaffiro per attirare il favore degli dei, in particolare Apollo, e lo indossavano mentre visitavano l’Oracolo di Delfi.
Dal Medioevo, la pietra fu associata alla tranquillità dei cieli e indossata dal clero.
I re e le regine invece lo indossavano per aumentare la ricchezza e la protezione.
Si riteneva che dissipasse i pensieri malvagi e portasse pace a colui che lo indossava, oltre a proteggerlo da malattie e avvelenamenti.
Attorno al 1800, gli zaffiri e i rubini furono classificati come variante dello stesso minerale. Per questo motivo, il rosso rubino è l’unico colore che non si trova fra le varianti dello zaffiro.
Negli Stati Uniti lo zaffiro è utilizzato come dono del 45° anniversario di nozze fin da tempi antichi.
Gli zaffiri vengono oggi utilizzati per alcuni vetri particolarmente resistenti, per gli orologi da polso e nella circuitistica elettronica, compresi i circuiti integrati e i LED.
Gli effetti
Fin dall’antichità si riteneva che le pietre avessero dei poteri misteriosi.
Lo zaffiro è ritenuto la pietra della saggezza, stimola la concentrazione, aumenta la creatività e aiuta la purezza e la profondità di pensiero.
Si ritiene che aiuti la mente a concentrarsi e a calmarsi, oltre che a rimuovere i pensieri indesiderati, la depressione e la tensione mentale.
E’ conosciuto anche come la pietra del nuovo amore e della fedeltà.
Si pensa che lo zaffiro porti anche serenità e prosperità.
Fisicamente, si ritiene aiuti a curare i mal di gola, la cefalea e gli incubi.
Le varianti e gli abbinamenti
I zaffiri e i rubini sono strettamente legati dalla loro “parentela”: il pigmento di ferro nel minerale corindone dà origine allo zaffiro, mentre il cromo al rubino.
Il corindone è la seconda pietra più dura fra le pietre dure più preziose (in ordine: diamante, zaffiro, rubino e smeraldo).
Lo zaffiro è presente in natura in vari colori, dal blu al giallo, al verde al rosso-arancio.
Gli zaffiri trasparenti vengono a volte utilizzati come sostituiti dei diamanti in gioielleria.
Gli zaffiri sono più splendenti sotto la luce naturale; sotto l’illuminazione artificiale tendono ad apparire invece spenti ed opachi.
Lo zaffiro si raccoglie da depositi alluvionali misti a detriti e fango, solo raramente da rocce primarie, in diverse zone del mondo, in particolare lo Sri Lanka.
Grazie alla sua resistenza, lo zaffiro sopporta diversi metodi di pulizia: acqua calda e sapone con una spazzola morbida e successivo risciacquo, pulizia a ultrasuoni e a vapore, ma non deve essere portato ad ebollizione.
Se conservati assieme ad altre pietre e metalli li possono graffiare, mentre il diamante può a sua volta rovinarli (poiché è più duro).
Gli zaffiri possono essere normalmente cotti in un forno, tranne nel caso degli zaffiri stellati, che si sbriciolerebbero a causa della loro stessa struttura naturale.
Se conosci qualcuno nato a settembre la pietra giusta è uno zaffiro!
Angela